- CIMA: Piz Belvair mt. 2.822
- ZONA: Engadina (CH)
- SVILUPPO & DISLIVELLO: circa 12 Km A/R + 1.100 mt DSL +;
- DIFFICOLTA’: MS+
- NOTE: Neve ottima nonostante esposizione sud; trasformata e portante al di là dei dubbi iniziali. Pendio ripido sotto la cima da “Ocio!”, ma senza problemi.
Oggi poco più di una classica “Sporca Dozzina” ha ripetuto con successo l’esordio dello Scialpinismo Sezionale Desiano di qualche settimana fa; la seconda uscita ufficiale si è svolta nella cornice Engadinese, dove il silenzio della zona si contrappone alla folla dispersa sui vari pendii ed è incredibile come la massa possa essere così assorbita senza che il rumore prenda il sopravvento. Qui è come se il super-ammortamento avesse avviluppato tutte le cime, riducendo la potenziale caciarra a semplice film muto. Il solo turpiloquio a cui si assiste, in questa domenica praticamente perfetta sotto il profilo meteo, è il vociare della “Festa dell’Unità Svizzera” in atto presso Madulain nel fondovalle; vociare la cui eco si trascina sin sulla dorsale “brianzola” del Piz Belvair. Si, perché oggi la zona è stata invasa non solo da Desio ma anche da Calolziocorte, anche loro in gita sociale.
Domenica perfetta per il tempo dopo la fine di un gelicidio ed un freddume da primato (…….inutile visto quanto succede da millenni). Se fa caldo non va bene, ma dopo un giorno di freddo il lamento diventa oltraggioso; se fa freddo non va bene e dopo un giorno è nuovo un copia-incolla. Che stufida!
Sbucati al Maloja si entra nella solita cornice di armonia che il lago ed il circondario riescono ad emanare; basta lanciare lo sguardo sul lago e nel mezzo è subito evidente la sagoma del ‘pescatore di foche’, una specie di omino gelato (probabilmente un tutt’uno con il manto ex-lacustre) con in mano una canna in attesa dei cavedani del Lach de Laj o degli agoni di Pontresina. Ma la domanda sorge spontanea: visto che è privo di movimenti, vuol dire che è lì dalle 5.00 oppure da settimane?
Partiamo alle 9.00 circa dalla Staziun di Madulain, dove la partenza e gli arrivi dei treni sono scanditi dal megafono in romancio: uno spettacolo….anzi uno zpeta-cul!
Saliamo subito sulla rampa pratosa che immette nel Bosco degli Spiriti, una serie di alberi tra cui si snoda la traccia che percorriamo in tutta simbiosi col sito circostante sino all’Alpe Belvair, balcone panoramico di sicuro interesse; vista notevole su tutti i principali gruppi montuosi della zona, con allungo su alcune montagne imponenti.
Bevutina, frutta secca e di nuovo in marcia sui pendii sostenuti che si trovano subito dopo. Ormai la dorsale appare in tutta la sua forma: chiara, evidente e stagliata in un cielo azzurro che più di così non si può. Non si capisce se è la montagna che si staglia nel cielo o se è il cielo che si adagia sulle cime. La traccia si insinua nel pendio, incidendo il percorso in maniera netta. Oggi solo italiani su questa vetta ed in poco più di tre ore siamo in cima, non prima di aver percorso il tratto più delicato, un centinaio di metri ripidi (+/- 35°) che hanno impegnato tutti con pertiche non proprio agevoli.
Riprendo le parole del Nuzzo, sempre attento osservatore:
“…….proseguiamo fino alla rampa finale, con qualche passaggio delicato su neve molto lavorata dal vento. Ad ogni modo, tutti i partecipanti si sono comportati molto bene, e sono arrivati in cima. Lassù, la vista del roccioso Kesch, in primo piano, ripagava la fatica. Ma, si sa, panorami a parte per qualsiasi scialpinista il miglior premio è la discesa, che anche oggi è stata di soddisfazione, su farina pesante ma portante”.
In effetti la discesa è stato almeno un paio di volte più godevole del previsto; seppure un po’ pesante, la neve ha permesso sino in fondo una sciata gradevole e senza troppe paturnie. Mai crosta e mai marmellosa. Cotta al punto giusto……
Un bell’episodio da ricordare è quello dell’amico “Fido” all’Alpe Belvair; rilassati e trastullati al sole dell’Alpeggio, sempre di fronte ad un panorama incredibile, veniamo raggiunti da un cane salito in anticipo rispetto ai suoi padroni (di lì a poco anche loro in zona). Iniziata quasi per scherzo la fase del “dài, recupera la palla di neve”, il quadrupede ha pensato bene di iniziare una fase di “Triathlon Selvaggio” incaricando ciascuno di noi di lanciarne una e sbraitando latrati felini in caso di diniego; il tutto sino a dimostrare la sua scaltrezza e flessibilità canina nel protrarsi su nel cielo per agganciare la preda. Dalla classica impennata sino ad arrivare al carpiato engadinese: salto di un paio di metri con avvitamento roteante e ricaduta sciolta con preda tra i denti al seguito. Il Circo Togni chiama….
Riprendiamo il cammino verso il basso lanciandoci nella ‘Libera del bosco’ e sino ad arrivare di nuovo alla Staziun, dove ci assale l’idea di coricarci di fianco al treno in arrivo per capire chi va più veloce….
Partiamo felici e contenti sino a rientrare in Italia per una birretta veloce al Moreschi, non prima di aver visto gli scalmanati del kite-surf sul lago, attività ludica della domenica pomeriggio presso Saint Moritz; dopo la merenda non facciamo in tempo a ripartire che siamo già a casa, un evento che speriamo si ripeta presto! Oggi i KdP (i Kagoni della Pista) non ci sono ancora….
Un paio di saluti importanti dalla cima: al nostro Presidente di sezione Claudio un grande abbraccio in una giornata importante ed un altrettanto abbraccio al nostro amico istruttore Max, neo papà di Vittoria.
Naturalmente grande merito agli organizzatori del secondo evento 2018: Ale & Bob. Anche oggi un momento conviviale importante; per le sezioni il fatto di essere valorizzate è molto importante e tanto di cappello a tutti coloro che le sostengono.
La Tredicesima esiste anche in Svizzera ed in quota: Anna, Federica, Gaia, Ale Nuzzo, Bob, Ale Villa, Boris, Ermanno, Augusto, Enrico, Giuseppe L, Umberto e Patajean.
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